Ribaltabili e crisi dei trasporti: quali prospettive?

emilcamion1La pesante crisi economica mondiale ha piegato tutto il comparto dei trasporti trascinando, di conseguenza, anche quello dei mezzi per movimento terra. Il mercato ristagna segnando un forte arresto nelle vendite. A tale stagnazione i produttori di vasche ribaltabili e di allestimenti per i mezzi d’opera non si arrendono puntando a migliorare la qualità della loro offerta in attesa di tempi migliori che, si spera non tardino troppo ad arrivare.
Sul mensile: “Trasportare Oggi” è stato pubblicato, sul numero di aprile 2009, un interessante articolo sull’argomento dal titolo: “Ribaltando la crisi” nel quale viene affromntato il tema in oggetto intervistando alcuni tra i principali operatori del settore. Tra gli intervistati spicca per sagacia il P.I. Marco Bettini brillante imprenditore (membro del consiglio direttivo di Unindustria Bologna) che da anni guida con successo una tra le più innovative società italiane del settore: “Emilcamion“.

Vedi anche: Gru su autocarri

Gru su autocarri e per sollevamento materiali

In questi ultimi anni molte aziende che operano nel settore degli allestimenti degli autocarri ed in particolare quelle che operano nella realizzazione di cassoni, per sopperire alla scarsità di ordinativi da parte di concessionari e commercianti di veicoli industriali, hanno ampliato il proprio campo di attività introducendosi anche in quello dell’installazione delle gru su autocarro.
La conseguenza di questa invasione di campo in un settore, quale quello dell’istallazione delle gru, che richiede tutt’altre competenze ha comportato però che sempre più spesso si osservano su strada veicoli viaggianti con pieno carico che supera il peso complessivo ammesso sugli assi oppure con telai che si incrinano a causa di controtelai costruiti in modo inadeguato o ancora veicoli che si sollevano posteriormente dimostrando una stabilità precaria.
Ecco quindi che sempre più spesso capita di dover eseguire consulenze (come CTU o CTP) su problematiche connesse all’istallazione di gru.
Le conseguenze negative che derivano da questo tipo di approccio superficiale è il danno che l’inconsapevole utilizzatore finale riceve trovandosi, suo malgrado, ad operare in condizioni di precarietà e/o di pericolo.
Per installare in modo corretto una gru su un autocarro non si deve cedere alla tentazione dell’improvvisazione ma è necessario acquisire una professionalità specifica conseguibile attraverso un’adeguata formazione tecnica e documentale.
(Si segnala una interessante pubblicazione sul sito di Safety System s.r.l. dal titolo: “Procedure verifiche periodiche apparecchi di sollevamento materiali” che riguarda le procedure di controllo degli apparecchi di sollevamento, ivi comprese le gru su autocarri)

I pedoni: vittime o causa degli incidenti stradali?

 
Recentemente, a Bologna, in occasione di un corso di aggiornamento sulla ricostruzione cinematica degli incidenti stradali un relatore “storico professionista del settore” ha affermato che la sua esperienza lo porta spesso a constatare che negli incidente tra auto e pedone o auto e moto la colpa è quasi sempre del pedone o del motociclista.              
Peccato che proprio nello stesso periodo l’ISTAT abbia pubblicato una propria ricerca ove emerge che l’Italia, ha per questo tipo d’incidenti un tasso praticamente doppio rispetto a paesi quali Gran Bretagna, Olanda e Svezia e dall’analisi che segue vengono elencate le priorità su cui concentrare le azioni di sicurezza stradale: il controllo della velocità, il controllo della guida in stato di ebbrezza, la guida distratta, la protezione degli utenti deboli – in particolare pedoni e utenti delle due ruote – l’individuazione e la messa in sicurezza delle tratte stradali più pericolose. 
Di qui la mia opinione personale che un buon perito o consulente soprattutto quando riveste il ruolo di ausiliario del giudice (CTU) deve sempre seguire un approccio metodologico scientifico scevro da pregiudizi e/o simpatie e/o giudizi personali. Deve inoltre essere sempre consapevole della lezione socratica di “sapere di non sapere” che costituisce l’atteggiamento del vero ricercatore scientifico  e che costituisce il passaggio obbligato per ogni reale acquisizione della verità, poiché colui che presume di sapere non assumerà un atteggiamento di ricerca.
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